cosi' cantava frank sinatra: i did it may way, ho fatto a modo mio.
tutte le volte che sento questa canzone mi viene un brividino perche' in cinque parole dice tutto.
a me sembra che viviamo immersi in una trappola assurda di regole imposte da qualcun'altro.
ci sono le regole della legge, tipo che non possiamo rubare o evadere le tasse, le regole non scritte della societa', tipo che se a 35 anni vaghiamo ancora per l'androne della sapienza in attesa di fare un esame siamo dei falliti o che se a 40 siamo senza un compagno siamo piu' che falliti o che se a qualunque eta', superati i sedici anni, non facciamo sesso siamo dei fallitissimi.
naturalmente un paragrafo a parte meritano le sante regole della salute, tipo fare attivita' sportiva, mangiare frutta e verdura e usare il filointerdentale.
ci sono le regole del buon gusto che ci sconsigliano di mettere un maglione a righe viola e verdi con una gonna a fiori gialli, o quelle del buon senso comune che ci impongono di non prendere la macchina sperando di trovare parcheggio il venerdi' sera alle undici davanti a piazza trilussa anche se fa freddo anche se il parabrezza del motorino e' rotto. ci sono le regole del galateo che ci vietano di ruttare in pubblico o di tirare su col naso.
anche la tavola ha le sue regole, provate a servire la torta con la cioccolata prima delle lasagne e vedete come si ghiaccia la conversazione.
un giorno ho scoperto che, secondo il galateo, quando mi presentano qualcuno e' maleducazione dire "piacere"... io, che ho capito subito che questo non voleva dire che potevo finalmente dire quello che avevo sempre pensato quando mi presentavano qualcuno e cioe' sticazzi, mi sono trovata in imbarazzo per un po', abbozzando stupidi sorrisetti, fin quando ho deciso di fregarmene e di ricominciare a dire il solito buon vecchio ipocrita "piacere".
pare sia cafone dire cin cin quando fai un brindisi e ho scoperto di recente che definire indegno il presidente della repubblica e' un reato... non che abbia niente in contrario, solo che non lo sapevo.
non voglio assolutamente fare l'inutile sovversiva, pero' ogni tanto, quando passo per piazza barberini e vedo quel tizio coi pattini e la girandola in testa che sfreccia su e giu'col suo zainetto sulle spalle... mi domando se magari non e' semplicemente uno che ha capito qualcosa di piu' della vita.
io non ci so andare coi pattini, pero' quando sento frank che canta mi commuovo e penso che anche io voglio vivere sempre facendo le cose a modo mio.