venerdì 9 novembre 2007

gestire un "momento no" in cinque facili step

dall'universita' di santa monica, california, giungono i risultati di una interessante ricerca svolta dal noto psicoterapeuta uzbeko marmeladji smadrillowski.
il frutto di piu' di trent'anni di studi sull'uomo e la sua condizione esistenziale consiste in un sorprendente e godibilissimo prontuario su come affrontare quelli che, in linguaggio tecnico psicanalitico vengono definiti i "periodi no".
secondo gli studi di smadrillowski la vita di ogni individuo si svolge grazie all'alternarsi di "periodi no" e "periodi si".
durante i "periodi no" va tutto male, durante i "periodi si" alcune cose vanno bene e altre male (con un rapporto stimato circa del 30, 70.)
per rendere piu' comprensibile la sua ricerca ai profani, l'eminente studioso ha elaborato cinque facili step per gestire con successo un "periodo no" o quanto meno per non uscirne completamente distrutto come da una colluttazione con un rotthwailer affamato e affetto da manie omicide.
siccome i suoi consigli mi sembrano geniali nella loro semplicita' ho deciso di rendere tutti voi partecipi, nella speranza che possano esservi utili nella vita, giacche' come dice bene la bibbia: "siamo nati per soffrire, come le faville per salire in alto".
i cinque step dello psicoterapeuta uzbeko ( che ha passato i primi quarant'anni della sua vita chiuso in un vecchio lager staliniano in siberia che si erano dimenticati di chiudere dopo la caduta del regime e che quindi quando parla di "periodi no" sa di cosa sta parlando)sono i seguenti:

step numero 1: l'accettazione.
durante i primi giorni di un "periodo no" l'essere umano, in quanto tale, tende a negare di essere entrato in un "periodo no". finge con se stesso che il suo livello di sfiga e' nella norma e che non c'e' nulla di cui preoccuparsi.
niente di piu' sbagliato. Il "periodo no" va prontamente riconosciuto e accettato.
solo grazie a una rapida e totale accettazione si potra' cercare di limitare i danni e passare poi ad altri e piu' felici periodi della propria vita.

step numero 2: rimanere statici.
sin dai tempi antichi l'uomo ha saputo comprendere il pericolo del cosiddetto peccato di yubris (o comunque si scriva), ovvero sia il tentativo dell'uomo di ergersi contro il fato e di cercare di rendersi artefice del proprio destino.
quindi vanno assolutamente evitate cazzate tipo "cercare di tirarsi su" andando magari a una festa, organizando un viaggio o un week end in una beauty farm.
ricordate che piu' cose fate piu' cose potranno andare male.
se prendi la macchina potresti investire qualcuno, se parcheggi potresti prendere una multa, se ti fai una lampada potresti rimanere bruciato, se vai a cena fuori potresti rimaner vittima di una intossicazione alimentare... e via di questo passo.

step numero 3: monitara le tue frequentazioni.
non frequentare persone che stanno attraversando una fase positiva. persone che sono piu' magre di te, che guadagnano piu' di te, che sono, per vari motivi, piu' felici di te.
questo ti deprimerebbe e basta. durante i "periodi no" cerca di frequentare solo gente che e' sfigata quanto te. meglio ancora, cerca di non frequentare proprio nessuno.

step numero quattro: sii ricco.
essere ricchi e' fondamentale per gestire un "periodo no". se proprio non riuscite a essere ricchi, cercate almeno di avere dei genitori ricchi e compiacenti, che vi facciano usare la loro carta di credito.
spendere soldi (e' scientificamente provato) migliora l'afflusso di sangue al cervello, aumenta la produzione di endorfine e contribuisce a migliorare la propria autostima.
non importa cosa scegliete di comprare: vestiti, borse, scarpe, profumi, libri o dvd.
ricoradtevi solo che l'imperativo e' spendere spendere spendere.

step numero cinque: guarda la luce.
la famosa luce in fondo al tunnel. ricoradatevi che da i "periodi no" si esce. prima o poi. magari un tantino acciaccati, ma se ne esce. quindi puntate gli occhi su quel flebile puntino di luce che vedete lontano lontano nel buio e seguitelo.

ecco qua. spero che i consigli di smadrillowski vi siano utili come lo sono stati a me. a risentirci.